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Birra della mutualità

È nata Aniti Beer, la birra della mutualità

Si chiama Aniti Beer. È la nostra prima birra della mutualità in Calabria. Nasce dalla collaborazione con il Birrificio Reggino nell’ambito del progetto Impronte a Sud – Welfare Lab sostenuto da Fondazione CON IL SUD.

Nasce apposta per aiutare concretamente le persone in difficoltà economica e sociale. Abbiamo scelto infatti con il Birrificio Reggino di destinare parte del ricavato della vendita della birra al Fondo mutualistico che intendiamo creare con i 16 enti partner del progetto Impronte a Sud. In questo senso, Aniti Beer è una delle azioni di mutualità – ad oggi la prima – del percorso che abbiamo avviato a luglio scorso con le nostre socie e i partner del progetto per confrontarci, discutere insieme su come costruire un nuovo modello di mutualità in Calabria.

Perchè Aniti Beer alla ‘cucuzza’

Aniti Beer viene da “aniti” che in dialetto reggino (o greco-calabro) significa “uniti”. Uniti per sperimentare, costruire una nuova mutualità in Calabria. Per aiutare chi non riesce ad accedere ai servizi di assistenza socio-sanitaria, socio-assistenziale di cui ha bisogno (povertà sanitaria). Per sostenere i sogni dei bambini, dei minori che non riescono a coltivare liberamente le proprie capacità e aspirazioni (povertà educativa).

È una birra “alla cucuzza”, cioè a base di ‘zucca’. Ma ha qualcosa di più speciale. La ‘cucuzza’ (in dialetto calabrese zucca) proviene dal terreno confiscato di Placanica che ci ha assegnato il comune di Melito Porto Salvo e che gestisce la cooperativa sociale Demetra, nostra socia. Qui la ‘cucuzza’ cresce grazie all’impegno e al sudore dei migranti che coltivano la terra che li ha accolti.

Il rapporto di collaborazione con il Birrificio Reggino

Aniti Beer è prodotta dal Birrificio Reggino, un’azienda profit della comunità reggina.

Rappresenta per noi l’esempio di una buona prassi di collaborazione fra il terzo settore e il profit.

Il Birrificio è già uno dei fornitori della nostra bottega equosolidale Le Botteghe delle Terre del Sole. Ha a cuore i nostri temi, fa parte della rete antiracket ReggioLiberaReggio e ha scelto di condividere con noi anche questo percorso di mutualità, mettere in campo insieme a noi la prima azione di mutualità del progetto Impronte a Sud.

Consapevoli che per costruire una nuova mutualità che fa bene e conviene a tutti abbiamo bisogno della partecipazione non solo degli enti del terzo settore, ma anche delle aziende profit, delle istituzioni, dei cittadini che condividono i nostri stessi principi e valori, che sanno da che parte stare. Per ricordarci che siamo tutti parte di una comunità.

Solo insieme possiamo dare senso e concretezza a un nuovo modello di mutualità che si ispiri alla rete di sostegno del mutuo aiuto, ai legami di solidarietà, alle relazioni di reciprocità.

Il claim e il marchio della mutualità

La birra Aniti Beer riporta stampata sulla bottiglia il claim Per una mutualità che fa bene e conviene. Ed è contraddistinta dal nostro marchio della mutualità. Nell’etichetta i colori verde e arancio sono i colori del progetto Impronte a Sud.

 

Marchio della mutualità

Il marchio della mutualità è il marchio che rappresenta la nostra idea di mutualità, quella che intendiamo costruire in Calabria per rispondere in maniera nuova alle esigenze di una comunità. È un simbolo che richiama il sostegno, i legami, le relazioni di reciprocità.

È il marchio che contraddistinguerà tutte le altre azioni di mutualità che metteremo in campo.

Dove puoi trovare Aniti Beer

Puoi trovare la birra Aniti Beer* presso la nostra bottega equosolidale Le Botteghe delle Terre del Sole a Via del Torrione 89, Reggio Calabria o scrivendo a marketing@consorziomacrame.it.

È un’edizione speciale limitata in sole 500 bottiglie numerate.

Con la birra riceverai anche una cartolina in cui la ‘cucuzza’ di Aniti Beer si presenta raccontando il suo percorso e il suo sogno di essere d’aiuto agli altri, ma anche 2 sottobicchieri come gadget.

Aniti Beer alla cucuzza

La ‘cucuzza’ di Aniti Beer si racconta

Acquista Aniti Beer per una mutualità che fa bene e conviene!

Per supportare concretamente il fondo che aiuterà persone e famiglie in difficoltà economica e finanziaria, che più di altre hanno bisogno di essere aiutate.

 

*Vietata la vendita ai minori di anni 18. Per bere responsabilmente.

 

La grafica e il concept creativo della birra Aniti Beer sono a cura di Isabel Alfano

 

Mutualità documento

Impronte a Sud – Il documento sulla mutualità. Cos’è e a cosa serve

Il documento sulla mutualità è il risultato di una riflessione, di un ragionamento che abbiamo iniziato a fare nella primavera 2021 in seguito alla crisi economica e sociale degli ultimi due anni e che è ancora aperto e suscettibile di modifiche, integrazioni.

Lo abbiamo costruito con Social Hub nell’ambito del progetto Impronte a Sud – Welfare Lab sostenuto da Fondazione Con il Sud. Ed è più precisamente l’avvio di un percorso sperimentale che stiamo provando a costruire insieme a diversi soggetti.

Questo documento è uno spunto dal quale partire per condividere un percorso sull’idea di mutualità territoriale. Sia con le socie del Consorzio Macramè per tentare di coinvolgere la base sociale e farne diventare un’ipotesi di modello al nostro interno sia con i partner di progetto – fra i quali anche soggetti che non sono della città di Reggio Calabria (ci sono infatti partner in ambito nazionale) –  sia con soggetti esterni al partenariato, la comunità locale, le pubbliche amministrazioni, imprenditori sensibili.  

Pasquale Neri – responsabile del progetto Impronte a Sud – Welfare Lab

Quindi, non una ricetta applicabile sempre e comunque, ma un’ipotesi di metodo che parta dalla conoscenza e dalla lettura dei bisogni che la comunità fa di se stessa. Un intervento diretto con la comunità fatto da soggetti che hanno a cuore certi temi e che attraverso attività di animazione territoriale, culturale e politica dei territori contribuiscono a costruire politiche di welfare partecipate dalle pubbliche amministrazioni, dagli enti del terzo settore, dai cittadini, dalla rete di economia solidale, imprenditoriale sensibile delle comunità territoriali.

Attraverso il documento sulla mutualità

proponiamo agli enti di Terzo settore

di costruire insieme un’idea di mutualità nuova in Calabria

una modalità diversa per organizzare la propria presenza sui territori per rispondere ai bisogni, alle esigenze della comunità.

Cosa contiene il documento

Il documento sulla mutualità contiene una descrizione generale del contesto calabrese (inizi 2020 – fine lockdown), le nostre riflessioni sull’emergenza sanitaria che ha avuto pesanti ripercussioni in Italia. Sulle conseguenze che la pandemia ha avuto – specie in Calabria – sulle attività economiche, sulla domanda di beni e servizi. Ma contiene anche delle riflessioni e proposte su cosa possono fare gli attori del Terzo settore in un contesto di questo tipo.

In un quadro preoccupante dove prevalgono la contrazione della spesa delle famiglie, l’aumento della disoccupazione, la diffusione della criminalità organizzata pensiamo che l’unico elemento su cui dobbiamo lavorare è la comunità. Lavorando con la comunità e dalla comunità possiamo costruire dei percorsi, costruire l’identità e la struttura di una comunità. Un processo lungo per il quale è necessaria la partecipazione dei soggetti che vivono la comunità affinchè questa diventi un soggetto che si riconosca, definisca le condizioni. E che non si può fare dall’oggi al domani. Ne siamo consapevoli. Ma che si può, si deve fare!

L’ambito nel quale secondo noi si può manifestare meglio questo lavoro è l’ambito mutualistico che si realizza nella cura – nel benessere e nella salute – attraverso la prossimità. E non come una semplice prestazione di cura sociale o sanitaria.

Nell’immaginare un nuovo modello mutualistico da adottare in Calabria abbiamo indivividuato gli strumenti della mutualità mediata e indiretta e del fondo sanitario integrativo aperto. Ne parliamo nel documento.

In questi mesi abbiamo condiviso il documento sulla mutualità con le socie del Consorzio Macramè e i partner di progetto. Sulla base delle loro esperienze lo stiamo integrando con altri spunti e riflessioni per arrivare ad un momento comune con un documento finale.

SCARICA E LEGGI IL DOCUMENTO SULLA MUTUALITÀ!

Se vuoi condividere delle riflessioni o altri spunti scrivi nei commenti all’articolo. Ci farà piacere leggere anche il tuo pensiero.

Mutualità Calabria

Impronte a Sud – Verso un nuovo modello di mutualità in Calabria

A luglio 2021 abbiamo avviato nell’ambito del progetto Impronte a Sud – Welfare Lab sostenuto da Fondazione CON IL SUD una serie di incontri con i nostri soci e i partner di progetto. Per riflettere e discutere insieme su come costruire un nuovo modello, un’idea di mutualità diversa da sperimentare in Calabria. Confrontarci con i problemi derivanti dall’aumento delle diseguaglianze e dalla riduzione delle protezioni sociali.

Immaginiamo da sempre un welfare di mutualità e prossimità che metta al centro la persona e i suoi bisogni. Che vada al di là dell’assistenza e dell’erogazione dei servizi. Che sia in grado di costruire relazioni tra cittadini, organizzazioni, aziende, istituzioni, restituire valore ad ogni singola persona, perchè nessuno resti solo. 

L’emergenza sanitaria da Covid ha stravolto abitudini, modo di intendere l’organizzazione dei servizi. Delle relazioni nei territori, nei rapporti con la Pubblica amministrazione.

Pasquale Neri, responsabile del progetto Impronte a Sud

Il nostro ragionamento parte dall’analisi di un contesto regionale preoccupante segnato dalla grave crisi economica e sociale degli utimi due anni, una crisi – sempre maggiore – del sistema di servizi
alla persona a seguito alla quale
abbiamo sentito più che mai l’urgenza e l’esigenza di cambiare rotta. Di assumere un maggiore impegno comune in difesa della responsabilità sociale di impresa. Della prossimità, della mutualità, temi a noi cari e fra le azioni principali del progetto Impronte a Sud.

Un documento sulla mutualità in Calabria

Per questo abbiamo raccolto le nostre riflessioni, proposte. Costruito con Social Hub, partner di progetto, una bozza di documento.

Una bozza dalla quale partire per ragionare insieme e continuare a confrontarci con i nostri soci e con i partner. Concretizzare un’idea di mutualità capace di generare risposte innovative nella cura – del benessere e della salute – attraverso la prossimità.

Un documento aperto e suscettibile di modifiche, integrazioni che propone di costruire insieme una modalità diversa di organizzare la nostra presenza sui territori per rispondere ai bisogni e alle esigenze delle persone. Partendo dalla comunità.

Qui un breve estratto di uno dei primi incontri che abbiamo organizzato l’estate scorsa presso la nostra sede.

Ci siamo incontrati con il nostro staff di progetto (Pasquale Neri, Aldo Cavallari, Gildo De Stefano, Laura Cirella, Natasha Tsepovatenko, Angela Giunta e il nostro direttore Giuseppe Carrozza), con Mario Alberti della Cooperativa sociale “La nostra Terra”, Giovanni Pitrolo di La Casa di Miryam Cooperativa Sociale, Emilio Vergani di Social Hub, Andrea Volterrani dell’Università di Roma Tor Vergata, Antonino Zumbo di Mutua Sanitaria Cesare Pozzo, Massimo De Rosa di Fondazione Èbbene.

In un altro incontro c’erano Domenico Barresi della cooperativa Rose Blu, Cristina Ciccone e Nadia Denisi della cooperativa sociale Demetra, nostre socie e partner del progetto Impronte a Sud.

Le riflessioni dei soci e dei partner di Impronte a Sud sul documento sulla mutualità

Secondo Mario Alberti  della Cooperativa sociale “La nostra Terra”

Un modello efficace perchè parte dal basso. Se non parti dalla gente non riuscirai mai a costringere la Pubblica Amministrazione ad assolvere il suo ruolo.

Secondo Antonino Zumbo di Mutua Sanitaria Cesare Pozzo

Dopo la grave crisi economica e sociale bisogna reagire in positivo, costruire un nuovo tessuto sociale, immergersi nelle aree interne marginali. Vedo il fondo integrativo dinamico, coinvolgente. Dobbiamo ascoltare i cittadini, i medici generici dei territori interni per capire il bisogno, come noi possiamo costruire il fondo integrativo. Dobbiamo metterci  in rete con le associazioni che esistono in queste aree, con la cooperazione sociale. Ma non solo. Per fare questo dobbiamo discutere di più, animare il territorio.

Secondo Giovanni Pitrolo di La Casa di Miryam Cooperativa Sociale

Io penso che sia un modello vincente. E che abbiamo scommesso su una strada impegnativa ma che ci può permettere di raggiungere gli obiettivi. Questo perchè siamo cresciuti per aver costruito delle relazioni sane. Abbiamo sentito il bene di Via Possidonea come il bene della comunità. Reso fruibile e bello. Abbiamo avvicinato le persone. Non c’è stato qualcuno che si è avvicinato spontaneamente. No solo mafia, ma inefficienza della Pubblica Amministrazione. Non terrei fuori da questo modello gli enti profit perchè gli enti profit sono parte della collettività. Dobbiamo riuscire a fare capire il valore del Terzo settore, di quello che stiamo portando avanti. Solo chi lo vive può testimoniare. Vivendolo riesco a sentirlo mio.

Secondo Massimo De Rosa di Fondazione Èbbene

Crediamo che sia una modalità vincente: mutualità e reciprocità. Occorre chiedere la partecipazioe attiva delle persone alla costruzione della comunità. Coinvolgere la gente in processi di partecipazione attiva che sono proprie della cooperazione.

Secondo Andrea Volterrani dell’Università di Roma Tor Vergata

Incontro importante che a che fare con i soci del Consorzio Macramè, con i partner di progetto. Il percorso è che questo documento deve essere oggetto di discussione, di confronto con tanti soggetti, sia organizzati, con la Pubblica amministrazione dove possibile, con soggetti imprenditoriali, soggetti del terzo settore. Ma è importante coinvolgere più avanti anche persone che potrebbero essere interessate ma che non fanno parte di organizzazioni perchè sono persone rilevanti per la comunità reggina, che sono persone attive ma anche quelle che non sono attive, che hanno problemi, che sono vulnerabili così come quelli che non sono vulnerabili. È l’avvio di un percorso di partecipazione anche nella costruzione, discussione del documento. Per coinvolgere le persone prima di arrivare in fondo nel processo.

Mutualità Calabria

Secondo Domenico Barresi della cooperativa sociale Rose Blu

È più facile iniziare a fare questo tipo di ragionamento nei comuni in cui l’appartenenza a un luogo può essere la base. Nei comuni in cui c’è un’identità di comunità, c’è un rapporto tra le persone che identificano un contesto territoriale.

Secondo Nadia Denisi della cooperativa sociale Demetra

A proposito della comunicazione. Io la vedo su diversi livelli. Innanzitutto la comunicazione tra di noi. Affinchè ciascuno sa cosa c’è, che cosa si fa sul territorio. Una volta raggiunto questo linguaggio comune tra di noi possiamo arrivare al livello della comunità.

 

Fare mutualità significa mettere sempre al centro le persone, le comunità.
Restituire loro valore. Generare un impatto concreto a beneficio di tutti.

Per noi la mutualità non è solo intenzione, è prima di tutto azione.

Ed è grazie a questi incontri che capiamo che possiamo, anzi, dobbiamo fare!